...altri cenni storici

Le prime notizie di un insediamento abitativo in loco risalgono al finire del XV secolo. Notizia certa è che all’inizio del XVI secolo la proprietà viene acquistata da Cornelio Bianchi. Nobile e medico veneziano, che soggiornò tra l’altro in Siria, come ufficiale medico al consolato. Al suo ritorno ampliò l’edificio preesistente e lo trasformò nella sua residenza estiva, per stare tra l’altro vicino alle sue adorate figlie, monache Agostiniane nel vicino convento di San Gottardo (ancora visibile nella sua parte esterna in Via Convento).

Alla morte di Cornelio Bianchi, nella peste che colpì Venezia nel 1576, la proprietà passo di mano ad altri nobili veneziani, tra i quali: Venier e Del Panta. Nel corso del XVII e XVIII si ebbero numerose ristrutturazione e ampliamenti, l’attuale fronte risale alla fine del XVIII secolo di ispirazione Neo Palladiana. Con la caduta di Venezia sul finire del XVIII secolo e il ripiegarsi della nobiltà veneziana entro i confini della città lagunare, la villa venne acquistata nel corso del XIX secolo dai Sig.ri Cecchin, che adibirono le barchesse a opifici. In particolare a fabbrica di cappelli di paglia con un export in tutto il mondo.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiali portò un’ulteriore rivoluzione in villa, divenendo sede temporanea di un reparto del genio militare. L’attuale cancello d’ingresso in villa fu opera di tali fanti.

Nonché all’epoca fu sede del tribunale militare. Le udienze si tenevano nella sala centrale del Piano Primo. Si ha notizia di fucilazioni lungo il muro nord della Villa. Il figlio maggiore dei proprietari dell’epoca Giovanni Sebastiano Cecchin, detto Gianni, tenente degli alpini, perse la vita nei feroci combattimenti dell’Ortigara, che si tennero nel giugno del 1917. Alla guida della 94° Compagnia del Battaglione “Sette Comuni” aveva l’arduo compito di lanciare l’assalto alla cima dell’Ortigara, dove fu ferito a morte. Insignito della medaglia d’oro al valor militare, a lui si deve l’attuale toponomastica della via, intitolata a sua memoria. Poco dopo la fine della guerra la madre dello stesso, da poco vedova, finiva col cedere la proprietà della villa alla famiglia che ancora oggi la possiede. Durante la Seconda Guerra Mondiali fu sede del Comando d’occupazione tedesco della zona. Nel secondo dopo guerra si continuò la produzione di cappelli in paglia nelle ali adibite ad opificio, fino alla definitiva chiusura della fabbrica agli inizi degli anni sessanta del secolo scorso. Dopo un periodo di relativo abbandono la Villa fu restaurata nella seconda metà degli anni ottanta del secolo scorso, mantenendo fedelmente in tutto e per tutto l’aspetto esterno ed apportando internamente quelle migliorie necessarie alla vita moderna.